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Ricovero psichiatrico

Quando è necessario il ricovero psichiatrico?

Quando è necessario il ricovero psichiatrico |Indice:

  • Chi è ricoverato in psichiatria?
  • Come funziona il ricovero in psichiatria?
  • Ricovero psichiatrico forzato
  • Chi paga il ricovero psichiatrico?

 

Chi è ricoverato in psichiatria?

Iniziamo con il capire chi è ricoverato in psichiatria e quali sono le più frequenti cause di ricovero in psichiatria. Il ricovero psichiatrico è necessario in quei casi di malattie mentali che per la loro severità non possono essere trattate in regime ambulatoriale, ma necessitano di un periodo di ospedalizzazione in un reparto di psichiatria.

Ovviamente il ricovero in psichiatria non è una panacea contro tutti i disturbi di salute mentale, ma può essere uno strumento di grande utilità per specifiche situazioni. 

Nello specifico chi è ricoverato in psichiatria? La risposta è molto semplice, tutte le persone che ne hanno bisogno. Le più comuni cause di ricovero in psichiatria sono:

  • Necessità di accertamenti strumentali, terapie farmacologiche intensive e monitoraggio clinico continuo
  • Rischio di agiti anticonservativi su base suicidaria, o impulsiva
  • Grave anomalia del giudizio di realtà in quadri psicotici o intossicazioni da sostanze
  • Rischio di importanti anomalie comportamentali nei confronti di terzi
  • Necessità di un supporto più intenso di quello che può essere dato altrove.

 

Come funziona il ricovero in psichiatria?

Il ricovero in psichiatria avviene con modalità sovrapponibili agli altri ricoveri. Cerchiamo quindi di capire come funziona il ricovero in psichiatria. 

Tipicamente si accede al ricovero in psichiatria dopo un accesso in pronto soccorso. La persona per sua iniziativa, su invio del medico curante, o dei familiari si reca in pronto soccorso. In quella sede viene visitato da uno psichiatra il quale nel caso di necessità propone al paziente il ricovero psichiatrico. Se il paziente accetta, si organizza quindi il ricovero volontario

Il ricovero psichiatrico dura mediamente tra i 7 e i 10 giorni. L’obiettivo primario è la stabilizzazione clinica in un momento di severo scompenso psicopatologico. In Italia i reparti psichiatrici prendono il nome di Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC). Gli SPDC sono reparti solitamente a porte chiuse, ossia vi è un controllo da parte del personale in ingresso e uscita dal reparto stesso. Vi è inoltre un controllo su tutte quelle situazioni che possono mettere a rischio i pazienti, quindi, tipicamente non è concesso l’utilizzo di accendini, rasoi, taglianti, solventi etc. Questo controllo è motivato dal fatto che nei reparti psichiatrici vi sono persone con quadri molto eterogenei e spesso a rischio di agiti suicidari. Il controllo e alcune limitazioni sono messe in atto per proteggere i pazienti ricoverati. 

Durante il ricovero psichiatrico la persona ha un suo spazio proprio, solitamente stanze doppie con bagno, e può frequentare liberamente gli spazi comuni come saloni, eventuali spazi aperti, e refettorio. Ogni giorno il paziente fa un colloquio con lo psichiatra di riferimento che gestirà la terapia farmacologica. La terapia farmacologica in reparto potrà essere monitorata continuamente e questo monitoraggio permette di impostare terapie più velocemente di quello che si potrebbe fare in ambulatorio. Inoltre, se necessario, durante il ricovero si possono effettuare esami strumentali, o esami ematici. 

Raggiunta la stabilizzazione del quadro clinico, il paziente viene dimesso dal reparto psichiatrico e inviato alle cure ambulatoriali per i controlli clinici del caso. 

Per meglio capire come funziona il ricovero in psichiatria, molteplici sono le descrizioni soggettive di pazienti che riportano la loro esperienza del ricovero psichiatrico positiva o negativa che essa sia. Una recentissima serie Netfilx “Tutto chiede Salvezza” esplora l’esperienza del ricovero psichiatrico.

 

Ricovero psichiatrico forzato

Il ricovero psichiatrico è per lo più delle volte volontario. Tuttavia quando il ricovero è necessario e indispensabile, ma il paziente non ne riconosce la necessità, è possibile ricorrere al ricovero obbligatorio. Il ricovero psichiatrico forzato, o trattamento sanitario obbligatorio (TSO) è un trattamento di natura sanitaria, in cui una persona viene sottoposta a cure mediche a prescindere dalla sua volontà. In questo caso la persona non ravvede la necessità del ricovero e rifiuta il ricovero stesso pur necessitando le cure in ambiente ospedaliero. 

Il T.S.O. ospedaliero è disposto qualora il paziente:

  • Necessiti di trattamenti sanitari urgenti;
  • Rifiuti il trattamento;
  • Non sia possibile prendere adeguate misure extraospedaliere. 

Da un punto di vista legislativo, il ricovero psichiatrico forzato è regolamentato dall’articolo 33 della legge n. 833 del 23 dicembre 1978. Il trattamento sanitario obbligatorio è quindi preso in considerazione quando, in base alla gravità clinica e all’urgenza di un intervento sanitario, rappresenta l’unico strumento attuabile finalizzato alla tutela della salute e della sicurezza del paziente. 

Attraverso una procedura estremamente controllata, laddove si ravvisa la necessità di un ricovero forzato, si procede con la pratica del trattamento sanitario obbligatorio. Prima di arrivare al trattamento sanitario obbligatorio si propone il ricovero alla persona spiegandone le motivazioni, le tempistiche e rispondendo a eventuali richieste di dettagli. Laddove la persona si mostri irremovibilmente oppositiva al ricovero un primo medico propone il TSO. Questa proposta deve essere poi convalidata da un secondo medico. A questo punto la proposta di trattamento sanitario obbligatorio firmata e motivata da due medici viene convalidata solo dopo la firma del sindaco da parte del giudice tutelare di competenza. 

Il ricovero psichiatrico obbligatorio avviene nei reparti psichiatrici, gli SPDC. Il ricovero psichiatrico forzato dura 7 giorni. Dopo questi 7 giorni il TSO può essere sciolto laddove non esistano più le condizioni per il trattamento obbligatorio, oppure può essere prorogato qualora vi sia la necessità. 

Le motivazioni che più tipicamente causano un ricovero psichiatrico forzato sono:

  • Grave rischio per il paziente stesso, o per gli altri che le circondano: depressione grave con rischio di agiti suicidari, quadri deliranti scollamento dal piano della realtà, gravi intossicazioni da sostanze psicoattive;
  • Gravi anomalie comportamentali e assenza di giudizio: intossicazioni da sostanze psicoattive, disturbi bipolari in fase delirante, episodi psicotici scompensati.

 

Chi paga il ricovero psichiatrico?

Passiamo ad alcuni aspetti burocratici, chi paga il ricovero psichiatrico?

In Italia, i servizi psichiatrici, così come tutte le altre cure sono garantiti dal Sistema Sanitario Nazionale. Pertanto è il Sistema Sanitario Nazionale che paga il ricovero psichiatrico presso i reparti psichiatrici delle Aziende Sanitarie Territoriali, mentre per il paziente è gratuito.

Va sottolineato che le cure psichiatriche, secondo la legge Basaglia, sono fornite su base territoriale, pertanto in base all’indirizzo di residenza ogni persona avrà il suo reparto psichiatrico di competenza. Ciò significa che se ho bisogno di essere ricoverato verrò ricoverato nel reparto psichiatrico di mia competenza, non vi è possibilità di scelta salvo rarissime situazioni, o mancanza di posti letto nel reparto di competenza. 

Vi sono poi ricoveri psichiatrici in cliniche psichiatriche private, o convenzionate a cui si accede solo su lista d’attesa e dove il ricovero viene fatto in regime di solvenza e quindi il paziente paga il ricovero psichiatrico direttamente, o mediante polizza assicurativa. Il costo del ricovero in una clinica psichiatrica varia in base a molti fattori come la frequenza delle visite, la necessità, o meno di indagini strumentali, il tipo di struttura. 

 

Speriamo con questo articolo di aver risposto a qualche dubbio in merito al ricovero psichiatrico.

Non esitare a contattarci per eventuali dubbi, o per prenotare una visita con uno psicologo, psicoterapeuta, o psichiatra a Milano.

 

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