Lo psicologo dello sport utilizza le conoscenze e le abilità psicologiche per affrontare le prestazioni e il benessere ottimale degli atleti, gli aspetti evolutivi e sociali della partecipazione sportiva e le questioni sistemiche associate alle strutture e alle organizzazioni sportive.
Questo professionista possiede specifiche competenze volte alla promozione della salute, alla ricerca, alla verifica, alla sperimentazione e al potenziamento di capacità cognitive, motorie, sociali comunicative di gruppi, società o singoli individui. Egli ha inevitabilmente un approccio multidisciplinare e mira all’integrità bio-psico-sociale. Lo psicologo dello sport deve lavorare in squadra, ha una preparazione specifica per gli sport in cui opera e sa lavorare sugli aspetti mentali del singolo e della squadra con professionalità, utilizzando gli strumenti più adeguati.
Come si diventa psicologo dello sport?
Vediamo ora, passo per passo, come si diventa psicologo dello sport. L’iter formativo per diventare psicologo dello sport parte dalla Laurea in Psicologia, alla quale segue l’esame di abilitazione alla professione di psicologo ed un successivo corso di perfezionamento in psicologia dello sport.
Andando con ordine, il primo ed inevitabile step per diventare psicologo dello sport è la laurea in Psicologia. Il corso di laurea in Psicologia è composto dal Corso di laurea triennale in Psicologia, Scienze e tecniche psicologiche seguito da un corso biennale magistrale. Il biennio specialistico magistrale più idoneo per diventare psicologo dello sport è il curriculum “Psicologia clinica e della riabilitazione” o “Psicologia del lavoro e delle organizzazioni”. Ottenuta la laurea segue il tirocinio obbligatorio e l’esame di Stato per ottenere l’abilitazione alla professione di Psicologo.
A questo punto è necessario acquisire le specifiche conoscenze della psicologia dello sport attraverso un master. Si tratta di un percorso post-laurea con approccio interdisciplinare (psicologia, medicina, scienze motorie, fisioterapia e nutrizione) che mira ad erogare le conoscenze e le competenze per approcciarsi alla psicologia dello sport. Negli ultimi anni l’AIPS (Associazione Italiana Psicologia dello Sport e dell’Esercizio) ha concesso il proprio patrocinio ai seguenti Master universitari:
- Master di primo livello in Psicologia dello Sport, dell’istituto universitario Salesiano di Venezia;
- Master di secondo livello in Psicologia dello Sport all’università di Padova, Dipartimento di Psicologia Generale;
- Master di secondo livello in gestione dei processi psicologici e relazionali nello sport agonistico, presso SSF Rebaudengo, università Pontificia Salesiana.
E ai seguenti master non universitari:
- Master in Psicologia dello Sport e Coaching nello Sport, al CISSPAT di Padova;
- Master in Psicologia dello Sport e Coaching dello Sport e delle Attività Motorie di Chieti.
Ecco quindi sintetizzata la risposta alla domanda: come si diventa psicologo dello sport?
- Laurea in Psicologia: triennio Psicologia, Scienze e tecniche psicologiche seguito da un corso biennale magistrale curricula “Psicologia clinica e della riabilitazione” o “Psicologia del lavoro e delle organizzazioni”;
- Tirocinio, esame di stato e abilitazione alla professione di psicologo;
- Master in Psicologia dello sport.
Cosa differenzia uno psicologo dello sport da uno psicologo?
Va premesso che in Italia la figura dello psicologo dello sport non è associata ad albi professionali e la legge italiana tuttora riconosce solo il titolo generale di “psicologo”. Pertanto, sia chiaro che definizioni come “psicologo dello sport”, “psicologo del lavoro” o “psicologo clinico” hanno valore culturale ma non legale, il titolo resta quello generico di “psicologo”. Quindi, non è il titolo professionale che differenzia uno psicologo dello sport da uno psicologo. Per contro è la formazione specifica in psicologia dello sport e l’esperienza clinica in questa disciplina che differenzia le due inclinazioni della stessa figura professionale.
Cosa fa lo psicologo dello sport?
Come detto lo psicologo dello sport applica le teorie psicologiche al mondo dello sport agendo sia sull’atleta, che sul team. Ma vediamo più nel dettaglio cosa fa lo psicologo dello sport nella sua attività:
- Allenamento delle abilità mentali per il miglioramento delle prestazioni e la gestione dello stress;
- Problemi clinici e di consulenza con gli atleti;
- Intervento sistemico di team o dell’istituzione sportiva;
- Aspetti evolutivi e sociali legati all’attività sportiva;
- Basi bio-comportamentali dello sport e dell’esercizio (es. fisiologia dell’esercizio, apprendimento motorio, medicina dello sport).
Da un punto di vista tecnico, diverse strategie e approcci psicologici vengono utilizzati per affrontare le problematiche degli atleti. Alcune delle aree principali includono:
- Formazione sulle abilità cognitive e comportamentali per il miglioramento delle prestazioni: definizione degli obiettivi, imaging e pianificazione delle prestazioni, strategie di concentrazione e controllo dell’attenzione, sviluppo dell’autostima, tecniche di autoregolazione cognitivo-comportamentale, gestione delle emozioni, sportività e capacità di leadership;
- Counseling e interventi clinici: motivazione atletica, disturbi alimentari e controllo del peso, dolore, frustrazione e depressione, sovrallenamento e burnout, aggressività e violenza, lesioni atletiche e riabilitazione, transizioni di carriera e crisi di identità;
- Consultazione e formazione: team building, consulenza per organizzazioni sportive, interventi di sistema con i genitori e le famiglie coinvolte nella partecipazione allo sport giovanile, formazione dei coach in materia di motivazione, capacità interpersonali e di leadership e sviluppo del talento, formazione di allenatori e amministratori per quanto riguarda l’identificazione precoce e la prevenzione delle difficoltà psicologiche.
Dove lavora lo psicologo dello sport?
Lo psicologo dello sport può avere numerosi sbocchi professionali, vediamo quindi dove lavora lo psicologo dello sport. Egli può lavorare per enti, federazioni, società sportive sia professionistiche che dilettantistiche o singoli atleti. Lo psicologo dello sport può, inoltre, lavorare in realtà di base con un compito socioeducativo oltre che sportivo, come ad esempio presso le scuole e i servizi socio educativi degli enti pubblici. Altri ambiti lavorativi possono essere le società di consulenza private e i centri di ricerca, sia all’interno delle Università che di centri studi privati.
Lo stipendio dello psicologo dello sport dipende da molti fattori, tra cui età, esperienza, ente di lavoro etc. Secondo i dati del rapporto AdEPP sui redditi risalente al 2015, uno psicologo dello sport guadagna in media 13.491 € all’anno, cioè poco più di 1.100 € al mese. Questa media è però basata sui dati forniti sia da giovani psicologi con poca esperienza e ancora in fase di tirocinio, sia da professionisti privati con lunga esperienza alle spalle. Dati più attendibili suggeriscono che lo stipendio medio di uno psicologo dello sport è di 1.650 € netti al mese (circa 30.600 € lordi all’anno). Nel caso di assunzione nel sistema sanitario nazionale guadagna circa 2.300 euro al mese.
Speriamo con questo articolo di aver chiarito i dubbi su cos’è e cosa fa la figura professionale dello psicologo dello sport. Non esitare a contattarci per eventuali dubbi o per prenotare una visita con uno psicologo, psicoterapeuta o psichiatra a Milano.
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