La claustrofobia è un tipo di disturbo d’ansia che può causare paura intensa e panico nei soggetti che si trovano in spazi ristretti o chiusi. Chi soffre di questo disturbo viene assalito da una sensazione di ansia, forte disagio o panico non appena si trova rinchiuso in stanze di piccole dimensioni, senza finestre, o in altre situazioni che creano oppressione e danno l’impressione di essere in trappola.
Ma chi soffre di claustrofobia, cosa la causa e come si cura? In questo articolo cercheremo di chiarire meglio alcuni aspetti di questo disturbo e di capire come sia possibile uscirne.
Chi soffre di claustrofobia?
La claustrofobia è come dicevamo un tipo di fobia che può generare paura di spazi chiusi o ristretti. La claustrofobia è una delle fobie più comuni, infatti secondo le ricerche ne è affetta circa il 5% della popolazione mondiale. Questa condizione colpisce persone di ogni età e provenienza, ma alcuni individui possono essere più suscettibili di altri. Ad esempio, le persone che hanno vissuto eventi traumatici, come essere intrappolati o bloccati in uno spazio ristretto, possono avere maggiori probabilità di svilupparla. Inoltre, le persone che hanno una storia familiare di disturbi d’ansia, compresa la claustrofobia, possono essere più inclini a sviluppare questa condizione.
Alcuni studi hanno dimostrato che le donne hanno maggiori probabilità di soffrire di claustrofobia rispetto agli uomini. La claustrofobia è inoltre generalmente più comune nei soggetti con altri disturbi d’ansia, come il disturbo da attacchi di panico o l’agorafobia.
È importante notare che non tutti coloro che provano ansia negli spazi ristretti sono affetti da claustrofobia. Una certa quota di fastidio può essere del tutto fisiologica. Le persone claustrofobiche provano invece una paura intensa e irrazionale degli spazi chiusi, che può portare a sintomi fisici piuttosto invalidanti come sudorazione, tremori e battito cardiaco accelerato fino ad arrivare a dei veri e propri attacchi di panico.
La claustrofobia può diventare anche una condizione debilitante per chi ne soffre, infatti rischia di portare a comportamenti di evitamento, in cui gli individui evitano situazioni o luoghi che possono scatenare i sintomi. Questo può avere un forte impatto sulla loro vita quotidiana e limitare la loro capacità di partecipare alle attività lavorative, sociali e di svago.
Come si fa a sapere se si è claustrofobico?
Ora che abbiamo chiarito cos’è la claustrofobia e quanto sia diffuso come disturbo, cerchiamo di capire meglio quali sono i sintomi di questo disturbo, che ci permettono di sapere se ne soffriamo. Ci sono infatti diversi segni e sintomi da tenere in considerazione.
L’intera sintomatologia claustrofobica fonda le proprie basi su due elementi cardine ovvero il senso di soffocamento e la sensazione di essere in trappola.
La paura di soffocare può esprimersi sia con la percezione di disporre di una quantità d’aria insufficiente, sia con una sensazione di restringimento delle vie aeree (naso e gola) con la percezione dell’incapacità di inspirare e/o la sensazione di avere il respiro corto.
La sensazione di essere in trappola rappresenta l’altro elemento essenziale della claustrofobia. In tutti quei casi in cui non vi sia una pronta via di fuga, l’ansia o la paura tendono ad accentuarsi, formando una forte associazione con la percezione di limitazione fisica e la necessità di sentire la libertà di movimento.
Un altro comune sintomo della claustrofobia, come di molte altre fobie, è evitare le situazioni che possono scatenare la paura. Ad esempio, si può evitare di prendere l’ascensore o di viaggiare in auto di piccole dimensioni. Chi soffre di claustrofobia può anche evitare di andare in luoghi affollati o di partecipare a eventi in cui ci si può trovare in prossimità di molte persone, perché si potrebbe sentire in trappola.
In alcuni casi, le persone affette possono avere un vero e proprio attacco di panico quando si trovano in uno spazio chiuso. Questa può essere vissuta come un’esperienza molto spaventosa e può portare ad ulteriori comportamenti di evitamento o ad altre conseguenze negative.
Tuttavia, quando non è possibile evitare le circostanze che portano effettivamente alla sensazione di costrizione in uno spazio piccolo, può sopraggiungere un picco elevato di ansia, che può accompagnarsi ad alcuni di questi sintomi.
Sintomi della claustrofobia
- Aumento della pressione sanguigna
- Aumento della sudorazione
- Respirazione rapida o iperventilazione
- Nausea e vomito
- Battito cardiaco accelerato
- Svenimento
- Tremore e brividi
- Senso di vertigine
- Intorpidimento e formicolio degli arti
- Difficoltà di respirazione e timore di soffocamento
Perché soffro di claustrofobia?
Viene giustamente da chiedersi come nasca questo disturbo e quali siano le cause della sua insorgenza. Come per le altre fobie, anche per la claustrofobia la causa non è del tutto chiara, ma molti esperti ritengono che sia una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici.
Una possibile causa è un’esperienza traumatica del passato, come essere intrappolati in uno spazio ristretto o aver avuto un attacco di panico in un’area chiusa. Queste esperienze possono creare un ricordo duraturo nella mente delle persone, portando allo sviluppo della claustrofobia più tardi nella vita. Inoltre, la genetica può giocare un ruolo nello sviluppo di questa condizione; alcuni studi hanno dimostrato che i soggetti con una storia familiare di disturbi d’ansia hanno maggiori probabilità di svilupparla.
Un altro fattore è un generale senso di ansia o di stress accentuato. Le persone più ansiose o con un disturbo d’ansia generalizzato possono essere più inclini a sperimentare la claustrofobia in situazioni che scatenano la loro ansia. Inoltre, come precedentemente accennato, i soggetti che soffrono di altri disturbi d’ansia, come l’ansia sociale o l’agorafobia, possono essere più suscettibili a sviluppare la claustrofobia.
In generale, la causa esatta della claustrofobia non è univoca e può essere diversa per ogni individuo. Tuttavia, è chiaro che questa condizione può avere un impatto significativo sulla qualità della vita di una persona. Fortunatamente sono disponibili trattamenti efficaci, tra cui terapia, farmaci e interventi comportamentali, che possono aiutare le persone a superare la paura degli spazi chiusi e a migliorare la loro salute mentale complessiva.
Come si cura la claustrofobia?
Il trattamento della claustrofobia solitamente dipende sia dalla gravità della condizione che dalla storia medica dell’individuo. In genere, per la claustrofobia i rimedi comportano cambiamenti nello stile di vita, psicoterapia e/o farmaci.
In molti casi si consigliano tecniche di rilassamento, come la meditazione o la respirazione profonda. Questi cambiamenti nello stile di vita hanno lo scopo di aiutare a ridurre i sintomi emotivi, mentali e fisici della claustrofobia.
Psicoterapia per claustrofobia
Per la claustrofobia la cura di solito si avvale di trattamento psicoterapico che comprende comunemente la terapia dell’esposizione (ET) o la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), fornite da psicologi, psicoterapeuti o psichiatri. Nella ET, il trattamento comporta l’esposizione graduale del paziente a situazioni che innescano la sua claustrofobia. Questo offre l’opportunità di adattarsi ai fattori scatenanti, consentendo una migliore gestione delle loro paure in un ambiente sicuro.
La CBT invece si concentra sul cambiamento dell’elaborazione mentale, emotiva e comportamentale degli individui di situazioni che potrebbero stimolare la loro forte paura degli spazi chiusi, a volte coinvolgendo anch’essa alcune tecniche di esposizione.
Farmaci per claustrofobia
Inoltre, alcuni farmaci possono essere prescritti da uno psichiatra per controllare i sintomi della claustrofobia. I farmaci ansiolitici come le benzodiazepine possono aiutare a prevenire o controllare i sintomi di ansia o eventuali attacchi di panico. I farmaci beta-bloccanti inoltre possono aiutare a ridurre alcuni sintomi tra cui aumento della frequenza cardiaca, sudorazione e vertigini associati alla claustrofobia. Anche gli antidepressivi come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o gli inibitori selettivi della serotonina e della norepinefrina possono essere efficaci nella gestione della claustrofobia.
Speriamo con questo articolo di avervi chiarito meglio cos’è la claustrofobia. Per prenotare una consulenza con uno psichiatra o psicologo a Milano non esitare a contattarci.
Contents