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Ansia a Milano

Ansia a Milano: conoscerne i sintomi, gestirla e curarla

In questo articolo scopriremo cos’e l’ansia, quando si può parlare di un disturbo d’ansia vero e proprio, come provare a gestirlo e quando chiedere aiuto ad uno specialista psichiatra per un’eventuale terapia. Faremo riferimento alla complessità della città e di come possa essere percepita e vissuta l’ansia a Milano.

Chiunque nella vita ha sperimentato momenti di ansia senza necessariamente sviluppare un disturbo d’ansia.

L’ansia è un’emozione fisiologica con una sua importante funzione adattativa che tuttavia talvolta prende il sopravvento, interferisce con la vita, causa disagio e diventa di difficile gestione necessitando il parere di uno psichiatra.

Ansia a Milano – Indice

  1. Ansia fisiologica e disturbo d’ansia… dove sta il limite?
  2. Disturbo d’ansia e vissuti individuali
  3. Quali sono i sintomi del disturbo d’ansia?
  4. Ansia a milano, amore o odio?
  5. Gestire meglio l’ansia, come fare?
  6. Se il disturbo d’ansia prende il sopravvento?

Ansia fisiologica e disturbo d’ansia, dove sta il limite?

 

Ansia fisiologica

Una risposta ansiosa non deve essere sempre e comunque interpretata come una malattia, occorre infatti distinguere l’ansia fisiologica da un disturbo d’ansia vero e proprio (approfondisci anche qui).

L’ansia è un’emozione necessaria per lo sviluppo della specie e per l’evoluzione.

Si trata infatti di una condizione emotiva di allerta e di attivazione generalizzata delle risorse psichiche e fisiche del soggetto per affrontare uno stimolo conosciuto e reale a contenuto potenzialmente pericoloso per l’individuo.

L’ansia induce nell’individuo la motivazione a mettere in atto strategie volte all’individuazione e risoluzione della situazione potenzialmente pericolosa.

Svolge pertanto una funzione adattiva.

Per esempio, prima di un esame un adeguato livello di ansia permette di avere una maggiore allerta, una maggiore lucidità, un aumento del tempo dedicato allo studio, un aumento della concentrazione. Grazie all’ansia fisiologica verrete quindi promossi all’esame.

 

Ansia patologica

Nell’ansia patologica vi è l’attivazione generalizzata delle risorse psichiche e fisiche del soggetto, che risulta quantitativamente amplificata e sproporzionata rispetto allo stimolo, di fatto riduce la probabilità di affrontare con successo il pericolo reale o immaginario.

Ne consegue che l’ansia patologica si rivela non adattiva, non determinando un vantaggio da un punto di vista funzionale-evoluzionistico per il soggetto.

Mantenendo l’esempio dell’esame livelli troppo elevati di ansia interferiscono con le funzioni cognitive in maniera disfunzionale ed un qualunque esame diventa inaffrontabile e fonte di grande disagio e sofferenza.

Parliamo quindi di disturbo d’ansia quando vi è una manifestazione persistente di ansia, che determina una sintomatologia che vedremo tra poco.

Si tratta di un disturbo che investe la quotidianità dell’individuo con manifestazioni su tutti i livelli (comportamentale, cognitivo, somatico e psichico) e scadimento della qualità di vita dal punto di vista scolastico, lavorativo e sociale.

Vivere con l’ansia a Milano quali vissuti emotivi genera?

I vissuti emotivi cardine che sperimenta e che vive un soggetto con un disturbo d’ansia sono:

  • Paura: costituisce una reazione ansiosa legata all’esposizione ad una situazione od oggetto specifico che è temuto dal soggetto.
  • Ipervigilanza: è uno stato emotivo di allerta, uno “stato di allarme” continuo e generalizzato verso una serie di stimoli esterni (o interni) di cui il soggetto sopravvaluta il potenziale pericolo.
  • Amplificazione peggiorativa del reale: c’è una visione del reale in termini peggiorativi associata ad un sovrastima del pericolo. Il soggetto vede elementi del quotidiano come elementi pericolosi.
  • Attesa del danno: vi è la sensazione di un imminente e certo pericolo, il soggetto vive nella condizione di attesa del danno.
  • Sensazione di impotenza: deriva dalla sovrastima del pericolo e dalla sottostima delle capacità di fronteggiare il pericolo. Il soggetto non ha armi di fronte al pericolo.

Quali sono i sintomi dell’ansia?

 

Sintomi fisici

I sintomi del disturbo d’ansia sono molteplici, eterogenei e imprevedibili.

Vi sono i classici sintomi fisici quali nodo alla gola, senso di soffocamento, palpitazioni, dolore toracico, tosse, dolenzia muscolare, tremori contratture, affaticabilità, ronzii, visione confusa, vampate, vomito, nausea, dolore allo stomaco, diarrea, difficoltà nell’erezione, cefalea, vertigini, mani fredde e bagnate, rossori, prurito etc. Potrei andare avanti per almeno una pagina.

Questi sintomi fisici sono determinati dall’attivazione delle risposte coordinate adattive allo stress mediante il sistema neuroendocrino.

Tipicamente sono sintomi che il soggetto sperimenta senza capire di cosa si possa trattare. Spesso ne parla con il medico di medicina generale, fa qualche accertamento che puntualmente ha esito negativo e alla fine arriva la diagnosi di esclusione, “si tratta di ansia”.

Purtroppo è proprio cosi, il corpo umano in seguito ad una massiva risposta ansiosa mediata da modulatori neuroendocrini può somatizzare a livello fisico l’ansia con infiniti sintomi.

 

Cognizione

Il pensiero è totalmente incentrato sui segnali pericolosi nell’ambiente circostante, a scapito dell’attenzione sulle altre attività svolte dal soggetto. La vostra concentrazione è debole, la memoria più annebbiata e il pensiero un po’ rallentato.

 

Sintomi psichici dell’ansia

Anche in questo caso i sintomi sono molteplici e dei più vari. Preoccupazioni, pessimismo, irritabilità, paura per il futuro, incapacità a rilassarsi, irrequietezza, facilità al pianto, difficoltà di addormentamento, sonno agitato….

Al di là della lista della spesa, tipicamente quello che mi viene riportato dai pazienti è la sensazione di non avere tregua dai pensieri, di avere la testa sempre piena, di aver paura di impazzire e di non riuscire a godersi la quotidianità.

Ansia a Milano, amore o odio?

Gli effetti dannosi della vita urbana sulla salute fisica sono da lungo tempo noti, compresi tassi più elevati di malattie cardiovascolari e respiratorie.

Più recente, tuttavia, è l’osservazione che la vita urbana può anche avere effetti negativi sulla salute mentale. In particolare, concentrandoci sull’ansia, il rischio di sviluppare un disturbo d’ansia generalizzato, è più elevato di circa il 21% nelle persone che vivono in città rispetto agli abitanti delle aree rurali.  

In aggiunta, più è il tempo trascorso in città durante l’infanzia e l’adolescenza, maggiore è il rischio di sviluppare disturbo d’ansia in età adulta.

Nei soggetti che abitano in città pare infatti esserci una maggiore attivazione dell’amigdala, regione chiave nella modulazione dello stress.

Nello specifico come impatta sulla vita l’ansia a Milano?

La lidap onlus ha evidenziato in un suo sondaggio, che tra le condizioni fonte di ansia, le risposte più frequenti sono state quelle legate allo stress urbano come: il traffico, la ricerca del parcheggio, la confusione nei mezzi pubblici, le distanze all’interno della stessa città, gli spostamenti continui, lo scarso contatto con la natura tipiche delle grandi città come Roma e Milano. Venendo ai numeri pare che l’ansia a Milano abbia afflitto circa 300.000 milanesi nella loro vita, e la diagnosi più frequente è il disturbo di panico e la fobia specifica.

Come in ogni grande metropoli, esistono una serie di fattori che favoriscono lo svilupparsi di disturbi d’ansia a Milano:

  • Condizione ambientale: ridotto accesso agli spazi verdi, livelli elevati di inquinamento acustico, luminoso e atmosferico.
  • Condizioni sociali: scarso supporto sociale, solitudine, il crimine percepito e reale e le disuguaglianze sociali.
  • Fattori economici e lavorativi: il ritmo frenetico, gli impegni lavorativi, la precarietà e l’eccessivo carico di lavoro.

Gestire meglio l’ansia, come fare?

Abbiamo capito di cosa si tratta, da dove nasce, quando considerarla patologica ma la domanda che probabilmente vi state facendo è: “posso riuscire a gestire meglio la mia ansia?”

Ecco qualche consiglio che può sicuramente aiutare.

 

Non si può gestire l’ansia se non si capisce che si tratta di ansia:

Come abbiamo visto l’ansia si manifesta in maniera molto eterogena con una serie di sintomi fisici e psichici che possono mimare qualunque altra situazioni.

Il risultato più classico è che il soggetto che sperimenta l’ansia non capendo cosa stia succedendo al proprio corpo è colto dalla “paura di morire” corre in pronto soccorso convinto di avere un infarto, un’insufficienza respiratoria, un paralisi etc… dopo i vari accertamenti, tutti negativi, arriva la diagnosi “stia tranquillo, agli esami non c’è niente, è stato un attacco d’ansia”

Diventa dunque fondamentale imparare è conoscere l’ansia, capire che i sintomi, sebbene fisici e reali, sono sintomi causati dall’ansia.

Il consiglio è quindi quello di cercare di conoscere la propria ansia e mantenere la calma soprattutto nei primi momenti dell’attacco d’ansia. 

Arriva il nodo alla gola, la difficoltà nel respiro, la tachicardia… a questo punto, aprite le finestre, sedetevi, bevete un bicchiere d’acqua, e respirate profondamente. Nel mentre non pensate a tutte le imminenti e mortali conseguenze di quei sintomi ma dedicatevi ad una respirazione profonda.

Vedrete che con l’esercizio e l’esperienza imparerete a gestire i prodromi ed evitare il precipitare della situazione.

L’importante è quindi capire, con l’esperienza, il proprio stato anche considerando che spesso in un soggetto l’ansia si presenta sempre con la stessa sintomatologia. Sarà così più facile provare a gestire l’ansia.

 

Attenzione alla respirazione:

Durante un attacco d’ansia è necessario respirare lentamente ed in maniera profonda.

In questo modo si contrasta l’iperventilazione tipica dell’attacco d’ansia ristabilendo l’equilibrio tra ossigeno e anidride carbonica.

Il consiglio che do ai miei pazienti è di fare una inspirazione profonda di circa 3 secondi ed un’espirazione ancora più profonda di circa 4 secondi. Per facilitare le cose consiglio sempre di contare mentre respirano: contare 1001, 1002, 1003 in inspirazione e 1001, 1002,1003 e 1004 in espirazione.

Per qualche suggerimento sulla respirazione consiglio il seguente link.

 

Accogliere i cambiamenti con maggiore elasticità:

I cambiamenti e le novità spesso rappresentano uno stimolo ansiogeno. Accogliere i cambiamenti con maggiore flessibilità può aiutare. Per contro, più si è rigidi più si alimenta l’ansia. Essere rigidi significa che c’è un solo modo di fare qualcosa, e che deve essere fatto in una certa maniera. L’ansia teme le alternative. Se per ogni problema si cercano più soluzioni, ci si adatta a cambiare, aimprovvisare, allora l’ansia.

 

Cercare una distrazione:

E’ bene cercare delle alternative all’ansia altrimenti i pensieri dilagano e riempiono la testa.

Per semplificare bisognerebbe evitare di pensare troppo.

Il diversivo può essere fornito da attività pratiche (attività manuali, creative, modellismo, cucina) o attività intellettuali (leggere un libro, vedere un film che piace, ascoltare musica).

Distrarsi non vuol dire mettere la testa sotto la sabbia. Più che altro significa non dare troppa importanza o attenzione a ciò che non si può né prevedere né cambiare.

 

Passo dopo passo:

Occorre sempre iniziare da un piccolo passo.

Purtroppo ci vuole tempo per imparare a gestire al meglio l’ansia. Spesso i pazienti mi chiedono quanto ci vorrà a migliorare. Ci vuole il tempo necessario. La cosa fondamentale è cogliere i piccoli miglioramenti che si fanno, metallizzarli e sfruttarli per continuare a migliorare.

Questo è indispensabile da capire e accettare poiché le persone ansiose spesso lo sono sempre stati. Si parla in tal caso di personalità ansiosa. Per questo motivo non si può pensare si cambiare da un giorno all’altro ma serve un percorso fatto di gradini, traguardi, e anche di qualche fallimento.

 

Non diventerai pazzo!

La sensazione tipica, soprattutto nei primi episodi di ansia è quella di perdere il controllo, di diventare pazzo.

Una delle domande più frequenti che mi viene fatta è: “dottore ma diventerò pazza?” La mia risposta è sempre la stessa: “no, non è pazza. Non diventerà pazza”.  

La mia risposta spesso non è sufficiente a placare le paure, angosce e preoccupazioni.

Per contro è l’esperienza che aiuta. Come dicevo i primi episodi sono incomprensibili, ci si sente confusi, la razionalità vacilla e la paura di perdere il controllo è legittima.

Con l’esperienza si impara a conoscere la propria ansia e si capisce che passato il momento acuto si torna quella di sempre.

 

Attenzione a cibo e bevande:

Va limitato il più possibile l’introito di sostanze attivanti come caffeine, teina, coca cola, energy drinks e cioccolato.

Meglio seguire un’alimentazione sana, con attività fisica e buon ritmo sonno-veglia. Ansia e disturbi del sonno spesso vanno a braccetto.

Se il disturbo d’ansia prende il sopravvento?

L’ansia inizia a interferire con la vista quotidiana. I sentimenti più frequenti sono stanchezza, angoscia, paura, frustrazione.

È allora il caso di parlane con il medico di base ed eventualmente di consultare uno specialista psichiatra.

Ci sono molteplici strategie di trattamento che verranno poi valutate e concordate tra specialista e paziente sulla base delle caratteristiche individuali.

Inoltre il trattamento non può prescindere da un intervento di natura psicoterapica. Ciò appare comprensibile quando si considera l’aspetto primario di questo disturbo, cioè la modalità di processazione delle informazioni e l’assetto cognitivo improntato ad una condizione di allerta costante, nel tentativo di anticipare e prevedere le possibili minacce provenienti dall’ambiente.

L’intervento psicologico può essere primario o integrato con una terapia farmacologica o una terapia somatica non farmacologica.

L’uso di molecole, prive di rischi di dipendenza e tolleranza, come gli SSRI, eventualmente associati ad una terapia ansiolitica, rappresentano la prima scelta.

Se dovesse avere bisogno non esitere a contattarci per chiarire i dubbi e per ulteriori domande.

Laddove fosse interessato ad un’eventuale prima valutazione testale gratuita ci contatti ed uno dei nostri psichiatri preparerà una valutazione personalizzata e specifica per la problematica.

Se fosse invece interessato ad una prima visita con uno psichiatra esperto in disturbi d’ansia operante a Milano, ci scriva senza impegno.

Ansia a Milano – In conclusione

La sintomatologia del disturbo d’ansia è molto eterogena e invalidante.

La prima cosa da fare è capire di cosa si tratta, imparare a conoscere i propri sintomi e provare a gestirli.

Se tutto ciò non dovesse bastare, non disperare e prova a chiedere aiuto ad uno specialista.

 

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