Uno studio del San Raffaele evidenzia per la prima volta un’alta prevalenza di ansia e depressione post COVID-19.
Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Brain, Behavior and Immunity è coordinato dal professor Francesco Benedetti direttore dell’Unità di ricerca in Psichiatria e psicobiologia clinica e condotto dal dott. Mario Mazza. Ha descritto e riportato per la prima volta al mondo le conseguenze di COVID-19 a livello psichiatrico, con patologie quali PTSD, ansia, insonnia e depressione.
“È apparso chiaro da subito che l’infiammazione causata dalla malattia potesse avere ripercussioni anche a livello psichiatrico. Infatti, gli stati infiammatori possono costituire dei fattori di rischio per diverse patologie, in particolare la depressione” afferma il professor Benedetti.
Lo studio del San Raffaele
Lo studio è stato condotto su 402 pazienti (265 uomini e 137 donne) nell’ambito dell’ambulatorio di follow-up (FU) post COVID-19 che il San Raffaele ha attivato lo scorso maggio.
Sulla base di interviste cliniche e questionari di auto-valutazione, sono stati esaminati i sintomi psichiatrici dei pazienti COVID-19 a un mese di follow-up, dopo il trattamento ospedaliero. Di questi circa 300 erano stati ricoverati presso il San Raffaele e 100 erano stati seguiti al proprio domicilio.
I risultati dello studio
Nel complesso, i pazienti con una precedente diagnosi psichiatrica sono peggiorati e il 56% dei partecipanti allo studio ha manifestato almeno uno di questi disturbi:
disturbo post-traumatico da stress nel 28% dei casi;
depressione nel 31%;
ansia nel 42%;
insonnia nel 40%;
sintomatologia ossessivo-compulsiva nel 20%.
COVID-19 ed effetti di genere
Tra chi non ne era mai stato affetto, in particolare sono le donne ad aver sofferto di più per l’ansia e la depressione, nonostante la minore gravità dell’infezione.
“Questo conferma quello che già sapevamo, ossia la maggior predisposizione della donna a poter sviluppare disturbi della sfera ansioso-depressiva. Ciò ci conduce a ipotizzare che questa maggiore vulnerabilità possa essere dovuta anche al diverso funzionamento del sistema immunitario nelle sue componenti innate ed adattive”.
Sono state riscontrate ripercussioni psichiatriche meno gravi nei pazienti ricoverati in ospedale rispetto ai pazienti ambulatoriali. Da qui, il ruolo e l’importanza del supporto sanitario nel diminuire l’isolamento sociale e la solitudine tipiche della pandemia.
In generale, infatti, le conseguenze psichiatriche da COVID-19 possono essere causate sia dalla risposta immunitaria al virus stesso, sia da fattori di stress psicologico come l’isolamento sociale, la preoccupazione di infettare gli altri e lo stigma.
Effetti a lungo termine: l’obiettivo della ricerca
“Questo studio è solo il primo di molti altri che si propongono di indagare l’impatto psicopatologico di COVID-19. Il prossimo obiettivo è approfondire la ricerca sui bio-marcatori dell’infiammazione per diagnosticare condizioni patologiche emergenti e monitorarle nel tempo.
Infatti, grazie alla creazione di una bio-banca fin dai primi giorni dell’epidemia, abbiamo oggi a disposizione informazioni cliniche e materiale biologico dei pazienti ricoverati e trattati nel nostro ospedale” conclude Francesco Benedetti.
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